Ma perché l'auto elettrica fa tanta fatica a trovare mercato? E perché la tv via internet delle compagnie telefoniche non sembra riuscire a decollare? E, ancora, perché non è partito un vero e proprio boom dell'utilizzo dei tabaccai per le interazioni con la pubblica amministrazione, come previsto dal progetto "reti amiche" del Governo?
La relazione simbiotica che intercorre tra le organizzazioni che si occupano delle reti e i produttori di oggetti o servizi che si sviluppano su quelle reti non è tipica soltanto del mondo di internet. Nel web la simbiosi è particolarmente evidente: il motore di ricerca di Google, per esempio, non ha alcun valore se non ci sono siti da cercare; e d'altra parte quei mille miliardi di siti che oggi sono online non hanno molto valore se non c'è un modo per trovarli. Ma qualcosa del genere vale anche per l'energia, la pubblica amministrazione o l'automobile. Il problema di chiunque voglia contribuire alla modernizzazione di un sistema a rete è quello di favorire sviluppi che facciano leva su quella dinamica simbiotica. La complessità della situazione deriva dal fatto che spesso un elemento di una rete interagisce e coevolve su reti diverse.
Lo sviluppo dell'automobile ecologicamente sostenibile, come si è visto in questi giorni al salone di Detroit, non è una faccenda facilissima. L'auto completamente elettrica non è frenata soltanto dalla mancanza di batterie abbastanza efficienti da consentire la produzione di mezzi di trasporto che offrano un'autonomia analoga a quella delle auto a benzina. In effetti, un altro freno consiste probabilmente nella mancanza di una rete comoda di approvvigionamento di elettricità per ricaricare le auto. E anche per questo, a quanto pare, le auto ibride godono di un mercato più ampio. Le auto ibride sembrano diffondersi proprio grazie al fatto che la rete che le approvvigiona è la stessa che già esiste per le auto che funzionano con combustibili fossili. Anche se, proprio per il fatto che l'elettricità nelle auto ibride serve a consumare meno benzina, la relazione tra la rete dei benzinai e gli utenti di auto ibride non è simbiotica. La rete e gli utenti cominceranno una nuova modalità di interazione solo se cambierà il punto di vista: se per esempio si dovesse stabilire che il trasporto tradizionale a base di combustibili fossili non è più sostenibile e che quindi se ne dovrebbe ridurre drasticamente l'utilizzo, il percorso attuativo costringerebbe la rete dei fornitori di energia e l'industria dei produttori a pensare a nuove forme di sviluppo simbiotico. Non è soltanto questione di regolamenti. Se nel settore ci fosse davvero una forte concorrenza, idee di questo tipo potrebbero dare luogo a forme di marketing innovativo per quelle compagnie che volessero fare della cultura della sostenibilità un elemento decisivo della loro visione di sviluppo.
La collaborazione strategica tra le piattaforme di rete e gli utenti è una logica molto diversa da quella che si basa sulla scarsità di certi beni e servizi e la conseguente richiesta di un pagamento da parte dei detentori di quei beni e servizi. Le reti che si sviluppano meglio, in condizioni di piena concorrenza, sono quelle che consentono agli utenti di ottenere chiari e percepibili vantaggi dall'innovazione. Dunque sono quelle che si mettono strategicamente dalla parte degli utenti. Le altre modalità, di solito, si traducono in forme di freno all'innovazione.
